lunedì 27 agosto 2012

In tanti


27 agosto ’12

Abbiamo fatto tutto insieme per più di tre settimane : ci siamo incontrati, abbiamo pensato, organizzato, proposto, pulito le case e fatto la spesa. Ci sembra giusto, allora, lasciare spazio, per una volta, a chi ha speso il suo tempo per aiutarci e accogliere chi è venuto a trovarci.
Dovevano essere dodici, ma effettivamente il numero è aumentato; lasciamo che vi raccontino tre di loro: Tertus, Lazare e Paulin.


< Dal 30 luglio al 17 agosto abbiamo accolto nella nostra diocesi di Dedougou otto giovani italiani, che hanno raggiunto Alice e Teresa, qui dal mese di novembre. È stata una grandissima gioia per noi perché è la prima volta che dei giovani italiani vengono a visitare la nostra parrocchia per una cooperazione tra Modena e Toma. 

Con loro abbiamo fatto diverse cose insieme: abbiamo piantato circa sessanta alberi nel villaggio di Gossina (a circa 35 km da Toma); non possiamo dimenticare la bravura di alcuni tra di loro che hanno lavorato duramente, come Daniele, Andrea e Cecilia; a Gossina abbiamo visitato anche una nuova chiesa in via di costruzione. Abbiamo visitato altri villaggi (Yaba e Koin) e la parrocchia della cattedrale di Dedougou; ci siamo potuti spostare grazie al grande autista – meccanico – ripara tutto Paulin che ci ha accompagnato con la Peugeot 404 bachée della parrocchia. Grazie all’intraprendenza di Francesco e Sara, invece, abbiamo risistemato e messo a nuovo la biblioteca della Citè des Jeunes; un altro giorno siamo stati all’eremo sulla collina dove Filippo, talentuoso maestro del coro, ci ha insegnato i canti in italiano (“Gloria dal basso della terra” e “Alleluia! Dio ha visitato il suo popolo”) per la messa del 12 agosto.  
Per rinforzare ancora di più la nostra relazione, abbiamo organizzato un match di calcio dove abbiamo scoperto un Lazare, grande portiere; Carine, il miglior difensore; Laura P. goleador; dei tifosi in panchina come Laura B. e Christelle; senza dimenticare Alice, che ci ha rinfrescato portandoci acqua potabile alla fine della caldissima partita.
Infine, il 15 agosto, è stata organizzata una sagra dove abbiamo cucinato e venduto le zamané , le gonré, carne di cane e altre nostre specialità insieme alla pizza italiana.
Il gruppo degli italiani ha animato le messe del 12 e del 15 agosto con qualche canto e le decorazioni della chiesa.  
Durante questi giorni vissuti insieme abbiamo cercato di imparare qualche parole nelle rispettive lingue dell’altro; purtroppo il tempo è volato e ci sembra che tre settimane siano volate via, ma sappiamo che è così perché insieme abbiamo condiviso davvero belle esperienze e, come dice un proverbio: “les bons moments ne durent jamais” (“i momenti belli durano poco”).

Noi siamo pronti ad impegnarci affinchè questa nuova amicizia che è nata possa continuare! >

Tertus, Lazare e Paulin. 

Loro otto sono partiti ; noi siamo ancora qui e possiamo sentire questi giovani che ancora ogni giorno parlano di loro nei discorsi, ricordando qualche episodio divertente e ridendo di chi sapeva rispondere solo “voilà” ad ogni cosa. Siamo ancora sorprese dalle energie che sono state messe in moto in parrocchia per accogliere “les italiennes” così come ancora stiamo rielaborando le sensazioni e le nuove consapevolezze che questa visita ha portato a noi due, ancora e sempre italiane ma in una terra straniera da più di nove mesi. Questa esperienza ci ha cambiato e certo (per fortuna) era inevitabile.
Collaborare ci ha confermato quanto siamo diversi e quante altrettanta ricchezza da ciò può nascere. Pazienza, umiltà, ascolto, aperture di cuore, orecchie ed occhi, comprensione, silenzio …quanto siamo capaci, quanto ancora dobbiamo allenarci, quanto siamo ancora orgogliosamente bianche ed italiane, quanta fatica accumulata? Continuiamo ad imparare, siamo qui per questo. Allora con le parole di M. M. Kolbe preghiamo così <Insegnaci Signore “l’umiltà perfetta: accettare le occasioni di disprezzo e di umiliazione prima con pazienza, poi  volentieri, senza difficoltà, alla fine con gioia”>.
Ci serve ancora molto allenamento, ma ora, che siamo arrivate alla fine del nostro stare qui, ci piacerebbe restare ancora per continuare a sentire questa gioia, che ci pare proprio venga dal donarsi.