giovedì 17 maggio 2012

Le strade


Già quando al telegiornale passano le immagini girate in Francia, mi fanno impressione le strade. Grigio, grossi palazzi, anche belli! Le fontane, mamme che spingono il passeggino, papà in giacca e cravatta. Semafori, autobus, piste ciclabili. Anche a Ouaga resto impressionata.
Qui le strade non hanno niente a che fare con questo. Ci pascola di tutto: maiali, pecore, montoni, capre, galline con pulcini, bambini nelle divise scolastiche, bambini scalzi, bambini nudi, ragazze bellissime, ragazze normali, donne stanche, donne mai sole, uomini sempre in compagnia di qualche altro uomo. Poi tutto si fa in strada, ma questo ve l’ho già raccontato.
L’altro giorno, in pieno pomeriggio, mi sono sussurrata “sarà anche questo il mal d’Africa”. In piedi, in mezzo ad una strada: vedevo lontano. E vedevo di tutto: animali, persone, case, biciclette, alberi. C’era tanta aria. E un senso di pace. Non un filo di acqua, ma mi ha ricordato il mare; per fortuna quello in Italia non manca.

Oggi invece la strada l’abbiamo sbagliata. Cercavamo la casa di Kristel, che oggi ha ricevuto il battesimo. Girando nella prima a sinistra, ho fatto in tempo ad accorgermi che non era la strada giusta e, sterzando il manubrio, sono uscita; Teresa era già troppo avanti e così ci siamo urlate “incontriamoci alla prossima!”.
La seconda: nemmeno questa era quella che cercavamo. Ma la sorpresa è stata bella: “Alice!!!”. La mamma di Ismael mi chiama e finalmente imparo dove abita! La cercavo qualche settimana fa, le ero in debito di un grazie. Intanto arriva Teresa, loro ridono per questo nostro incontro che sembra casuale: veniamo da direzioni opposte. Si stringono mani, qualche saluto in samo, sorrisi. Chiediamo dove abita Kristel: prossima, a sinistra. Non ci eravamo sbagliate di molto!
Adeline e Laeticia, mamma e sorella di Kristel, ci accolgono sorridenti. Per la seconda volta pranziamo con ottimo riso e spaghetti che poco hanno da invidiare a quelli italiani… forse la cottura è da migliorare! Adeline ci chiede di noi, delle nostre famiglie, di quanti siamo, quando andremo a vivere da sole. Ci rassicura: quando avrete dei problemi in Italia, chiamatemi! Pregherò per voi.
Risaliamo sulle biciclette. Trovo tre chiamate di un’altra Adeline. Provo a richiamarla ma non c’è rete. Però… la incontriamo sulla strada! “Alice, ti sto chiamando: suona suona suona…suona invano, non rispondi! Volevo invitarvi a bere il dolo qui da me”. “Adeline, eccoci qui!”. Sono le 15.30, riprendiamo la strada del ritorno verso le 18.  

Pedalare e camminare lungo quelle strade, sedermi sulle sedie di bambù, parlare tanto e di tutto, riuscire a capire ma soprattutto a farsi capire, bere dolo dalla calebasse.
Stare con loro. Ecco cosa amo fare.

Sembrava domenica, ma è stato il giovedì più bello della mia vita. 


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