mercoledì 16 maggio 2012

A sei mesi


Sappiamo quanto costa un paio di infradito, il pane, un sacchetto di acqua, il sapone, i biscotti al sesamo. Riconosciamo un pagne di buona qualità.
Sappiamo prendere l’acqua dal pozzo.
Offriamo un bicchiere d’acqua all’ ospite che arriva.
Abbiamo fatto tredici viaggi in car.
Uccido i ragni con le mani, ma i topi mi fanno piangere.
In samo so: contare fino a 39, l’Ave Maria, salutare e circa altre venti parole.
Siamo sopravvissute al caldo torrido: non ci speravamo più!
Sono arrivate anche le nuvole ed in effetti Erman aveva ragione: sono proprio belle.
Stanno arrivando le piogge e, insieme a loro, le rane.
 
Abbiamo pianto, ma riso di più.

Riguardare fotografie allontana i ricordi.

Sono arrivate le domande, o forse sono solo cambiate le risposte.

Ho poco a che fare con quella che è partita, ma questa era una delle regole del viaggio.

Certe canzoni sembrano scritte apposta per quello che viviamo.

Proprio oggi una chiacchierata con Adeline mi ha fatto dire “ci vogliono bene loro!”

C’è chi si prende cura di noi. A noi piace pensarli amici.

È una delle prime volte che mi sento donna. Ma i giovani parlano di emancipazione femminile. Ed in effetti il gap generazionale si nota.

L’ho capito ancora di più: è tutta questione di possibilità. Adesso provo a convincere loro.

C’è questo pensiero del ritorno che mi fa addormentare tardi e svegliare prima delle campane.

Non è facile, comincio a pensare che non lo sarà mai.
Ma davvero sono felice.
C’è una certa pace nel cuore. 

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