Non vi ho mai raccontato che:
una volta ho passato un’ oretta
seduta a fianco di Francesca a leggere i racconti del suo libro di scuola: uno
lo leggeva lei, l’altro io;
ho caricato Ismael, Adama, Aicha
sul portapacchi della bicicletta, non tutti insieme naturalmente;
una mattina abbiamo incontrato
una ragazza, deve essergli piaciuto che anch’io, come lei, mi chiamassi Alice,
perché è andata a comprare un sacchettino di succo e me l’ha regalato;
ho visto una mamma giocare col
suo bambino;
ho visto una mamma imboccare il
suo bambino;
ho accompagnato la mano di Salif
con la mia, mentre stava imparando a scrivere la lettera v;
ho cullato Severine, ammalata e
in dormiveglia, cantandole sottovoce una ninna nanna;
ho comprato dei fogli in
cartoleria e in cambio mi hanno regalato un sacchettino di arachidi;
Charlotte ci ha accolto a casa
sua, ci ha fatto preparare il to insieme a lei ed alla sua famiglia e ce ne ha
regalato una pentola per la cena.
Approfitto per raccontarvelo oggi
perché anche qui è arrivato il tormentone di san Valentino ed io me ne ero pure
scordata; penso che, se proprio proprio non lo sono, ci assomiglino molto all’amore
queste cose.
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