Toma,12 dicembre 2011
E’ Natale tutti i giorni
All’apparenza insignificanti episodi ma, tra diversità, lingue sconosciute e in un Paese che non è il nostro, è tutto ciò che riempie di vita e senso le nostre giornate:
Quei dopo pranzo nel retro della cucina seduti sui sassi a bere caffè con Herman, Madi e Alì raccontandoci le nostre vite; non trovare le parole per farci capire e scoprire che ci hanno già capito dicendoci “pour amitié”.
Le voci dei bimbi che ti chiamano nassarà (uomo bianco) e che, sdraiati, ti spiano da sotto il cancello. Le loro manine che salutano e lasciano l’impronta rossa sulla maglietta.
Il sorriso inaspettato della triste Alessia dopo una mattina di coccole.
La mano tesa di un bambino che chiede in elemosina una bottiglietta: per noi è solo plastica, per lui un sorriso che gli illumina il viso.
Guidare una panchina come fosse una moto insieme a sette bambini, quanta strada! “Per clacson mi presti il tuo naso?”
Stare seduti su un marciapiede polveroso accanto a un uomo consumato dalla fatica e dalla sete e cogliere nei suoi occhi la Vita che palpita in lui.
Camminare per le strade di Toma insieme a tanti, tantissimi bambini e cantare, ballare e contare in samo mentre il sole tramonta.
Caramelle e lecca lecca spezzettati in tante minuscole parti, tante quanti sono i bambini.
Tagliare le tovaglie di plastica con Herman e Joseph piegandole in quattro…e quadruplicando le braccia, il lavoro a fine giornata diventa complicità e una frase da ripetere: “ io sono contento”.
Potremmo decidere di rimanere paralizzate dalla paura nel vedere quanto siamo diversi. Oppure scegliere di aprire gli occhi e, con uno sguardo nuovo, lasciare spazio alla meraviglia. Ce lo avevano detto ed ora scopriamo che è proprio così: se vogliamo entrare nella vita della gente che incontriamo, dobbiamo accantonare grandi progetti allettanti e desideri di cambiamenti, sedendoci a tavola con loro, mischiandoci nella quotidianità.
Quando Gesù è nato, c’era chi si aspettava di trovarlo nei palazzi dei potenti. Invece Lui si fa trovare nella semplicità di un’insignificante mangiatoia. Come i pastori si lasciano conquistare dalla sua misteriosa presenza, così, anche noi, percepiamo che è qui nel silenzio del quotidiano.
Non desideriamo altro che continuare a saperci sempre più meravigliare delle cose apparentemente più piccole e invisibili. Brezza leggera attraverso cui Dio ci parla.
Con la scusa di un Natale alle porte, alziamo ancora lo sguardo al cielo in cerca di quella cometa, per vivere da testimoni nella realtà, la cui forza e verità non possiamo tacere: il cuore dell’uomo è lo stesso ad ogni latitudine.
Alice e Teresa
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