Io non so perché bruciano così, non possono mica avere sempre tutti la febbre. Quando ne hai in braccio uno sembra di avere sulle gambe una borsa dell’acqua calda. A qualsiasi ora del giorno.
Se qualcuno avesse osservato il tempo dall’una alle due di oggi pomeriggio sotto l’apatam, tutti quei bambini sarebbero “piccoli disgraziati scalmanati che si rotolano, aggrovigliano, arrampicano ovunque ci sia uno spazio più piccolo del necessario per farlo”. Io che ho l’immensa fortuna di esserci stata in quell’ora sotto quell’apatam e di avere un po’di spazio sulla schiena, sulle gambe, tra le braccia e sopra le spalle (spazio comunque sempre mai sufficiente, sia chiaro) quei bambini là sotto sono “abilissime scimmiette con pance mezze vuote, energia da far girare il mondo intorno al suo asse, gelosia per qualsiasi attenzione non rivolta direttamente a loro, bambini di gomma irrompibili, ritmo innato”. Un bel cocktail che fa venire ancora più sete. E pedalare per tornare a casa fa venire il fiatone, mettici poi anche il sole poco lontano dall’equatore. E adesso brucio anch’io e so che non è febbre. Forse è tutto quel rotolare, sporcarsi, risollevarsi, abbracciare, guardarsi di nascosto, fare l’occhiolino, farsi le linguacce, stringere mani… che mette quaranta gradi dentro. E questi bambini lo fanno da mattina a sera, ecco forse perché sono bollenti.
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